Giulia Ronca Spagnuolo

Giulia Ronca Spagnuolo

“Sarebbe ora di stare tranquilla, per me, in un posto solo, con le mie cose intorno, e qualcuno che mi venisse a trovare. Ma la mia vita, è certamente così, non mi trattiene invero dal cacciarmi in tutte le mischie, parapiglia, situazioni complesse, ogni volta che se ne presenti l’occasione.”

A leggere la data di nascita di Giulia Ronca, 4 aprile 1900, si sarebbe portati a pensare ad una donna che abbia vissuto la sua vita di figlia, di moglie e poi di madre, secondo le consuetudini dei primi decenni del Novecento e così come richiedeva l’educazione che veniva impartita alle giovani di quell’età; al contrario, per tutta la vita, ella rifuggì sempre dalla “normalità”: una donna costantemente alla ricerca della propria realizzazione, moderna al punto che ancora oggi sarebbe un’eccezione.

Appartenente ad una famiglia antica ed importante, presente già nella storia di Solofra del XV secolo, Giulia vi aveva respirato un’aria mista d’orgoglio e patriottismo: la bisnonna, Luisa Basile, era stata cugina di Carlo Pisacane ed il nonno Luigi era stato sindaco di Solofra dopo l’Unità d’Italia. Giulia era figlia di Alessandro, Colonnello del Regio Esercito (poi Generale di Brigata) e nipote dell’Ammiraglio Gregorio Ronca, inventore del Proiettore di scoperta manovrabile a distanza, ed autore del Manuale di tiro, grazie al quale era tenuto in gran considerazione negli ambienti più esclusivi.

Seguendo con la famiglia il papà Alessandro nei suoi spostamenti di servizio, Giulia visse a Livorno, Ancona, Napoli, entrando in contatto con ambienti evoluti, che formarono in lei una mentalità aperta, certamente non comune in quel periodo; mentre dalla famiglia ereditò l’amore per i viaggi e l’impegno generoso a favore degli altri, aspetti che contraddistinsero tutta la sua vita.

Nel 1923, sposò Vincenzo Spagnuolo, e da questo matrimonio nacquero due figli: Alessandro e Mario. La famiglia Spagnuolo, che risiedeva ad Avellino, in seguito si trasferì a Napoli, dove, nel 1936 Giulia seguì il I Corso di Infermiera Volontaria presso la Croce Rossa Italiana, fatto, questo, che in seguito si rivelerà fondamentale nella sua vita.

L’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, vide Giulia impegnata attivamente nella Croce Rossa Italiana: operò presso l’Ospedale “Umberto I di Savoia” di Pozzuoli, compì il periplo dell’Africa, con le motonavi Arno (1941-1942), Vulcania (1942-1943) e, in seguito, con l’Ascania (1956), per riportare in Italia le famiglie degli italiani che si trovavano nelle Colonie dell’Africa Orientale.

Ma fu il rovinoso e luttuoso bombardamento compiuto dall’aviazione alleata su Solofra, il 21 settembre 1943, che mostrò le grandi doti che caratterizzavano la personalità di Giulia Ronca. Alle 11,43, le bombe sganciate dagli Alleati distrussero completamente i rioni solofrani di Caprai, Balsami, Sorbo Soprano e Cappuccini, provocando 200 vittime e 400 feriti. Il disorientamento era totale: Giulia, che aveva lasciato Napoli e si era rifugiata presso il padre a Solofra, come altri 1000 sfollati che in quegli anni vi si erano recati, si prodigò con i medici della cittadina a soccorrere i feriti, trasformando la sua casa in un ospedale d’emergenza.

Nel 1946, a Giulia Ronca fu attribuita la Croce al Merito di Guerra.

Nel 1947, ricevette la Medaglia d’Argento al Merito della C.R.I.,

Nello stesso anno, dietro proposta del Comune di Avellino, fu insignita della Medaglia d’Argento al Valor civile. 

 L’8 aprile 1966, morì improvvisamente, le sue spoglie furono portate a Solofra, dove riposano accanto a quelle dei suoi familiari.

(tratto da Giulia Ronca Spagnuolo di Antonietta Favati)

Sintesi a cura dell’Associazione AMT Arte Musei Territorio che opera da più di sei anni sul territorio campano. I progetti e le iniziative dell’associazione si basano sulla riscoperta, la conoscenza e la condivisione di un’idea di territorio, inteso come luogo vivo, ricco e dinamico da cui poter imparare molto accostandosi ad esso nella giusta maniera. I membri dell’associazione – conservatrici dei beni culturali, archeologhe e archiviste – promuovono e diffondono la conoscenza del patrimonio archeologico, storico-artistico, etno-antropologico e naturalistico della regione Campania anche attraverso visite guidate, attività didattiche e l’organizzazione di eventi culturali.

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